Alfredo Giantin | Calzaturificio Italiano | Calzature Made in Italy

Iniziamo a tirare le somme....
Iniziamo a tirare le somme....
Dopo che i tappi di champagne sono saltati e le pacche sulle spalle sono state date, per l’Accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2, firmato a Parigi nel 2015 da praticamente tutte le nazioni del mondo, è arrivato il momento dei primi conti realistici.
La Cina ha raggiunto l’obbiettivo 2020 sulla CO2 con tre anni di anticipo: nel 2017 il colosso asiatico ha diminuito del 45% la sua intensità del carbonio (quantità di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera per unità di Pil) rispetto all’anno base 2005. Lo scorso dicembre è partita anche una versione ridotta del mercato nazionale della CO2 - ricopiando più o meno lo schema europeo ETS (Emission Tradin Scheme) - che serve a regolamentare il settore dei Grandi Emettitori di CO2, lasciando però fuori tutte le altre Aziende. Il prossimo traguardo per Pechino, se vorrà rispettare l’Accordo, sarà quello di diminuire le emissioni di CO2 in rapporto al Pil del 60-65% entro il 2030, sempre nel paragone con il 2005.
La Germania sul clima decide di gettare la spugna e di entrare in “sintonia” con l’Europa per nascondere le proprie difficoltà. L'obiettivo di riduzione del 40% dei gas serra al 2020 è ormai irraggiungibile: rispetto al 1990, la riduzione di circa il 28% fino al 2009 è principalmente dovuta alla chiusura dell’industria pesante nella Germania orientale. Dal 2009 (907 milioni di tonnellate) ad oggi, non vi è stata in sostanza alcuna riduzione, malgrado una massiccia espansione del fotovoltaico e dell’eolico; e quindi ridurre del 12% nel restante biennio è illusorio. Così i due partiti al governo decidono di abbandonare l’ambizione di essere sempre i primi della classe e muoversi di pari passo con gli altri Paesi Europei, dando un brutto esempio per la rinuncia alla propria responsabilità di attore primario del clima. La Germania mette così a rischio tutta la politica climatica mondiale, poiché loro stessi, quale Paese all’avanguardia, dovrebbero porsi da guida per gli tutti i Paesi.
Anche per quest’anno la ns. Azienda è impegnata a fare la propria parte in merito alla Sostenibilità Ambientale dei propri prodotti rispetto all’ambiente. Siamo coscienti purtroppo che i nostri prodotti “pesano” sull’ambiente ed è per questo che come gli anni precedenti abbiamo valutato, il carico di gas serra che i nostri prodotti hanno sull’Ambiente: la nostra Impronta Ambientale (LCA – Life Cycle Assessment), la CarbonFootPrint anno 2018 (rif. anno 2017), per quanto riguarda le emissioni totali del ciclo produttivo, è risultata pari a circa 2.724,22 Ton di CO2. Nel dettaglio, il dato globale di emissione di anidride carbonica risulta in diminuzione rispetto l’anno precedente, per motivo principale di diminuzione del numero di unità prodotte. Il dato di emissione di anidride carbonica relativa a ciascuna unità prodotta, è in lievissimo aumento rispetto al precedente anno precedente per effetto dell’inclusione nello studio di altri fattori di emissioni precedentemente non considerati. Per le emissioni di CO2 che non siamo riusciti a non emettere, procederemo come in precedenza con la compensazione e neutralizzazione secondo norma Bneutral sul mercato volontario italiano dei crediti di carbonio.
Continua anche quest’anno il totale approvvigionamento di energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti 100% rinnovabile, grazie a Energrid Rinnova.
Non è più il tempo dei rinvii… dobbiamo agire subito e concretamente per l’Ambiente!!